Ermes [al bacio]

Di seta e raso turchese avvolta
Piccolo, schiacciato, nudo seno sodo
Folta chioma e aria disinvolta
Prende l’uccello e lo bacia a modo

Ermes, il piccione, sì, così chiamato
Nel tocco della sua padrona si crogiola
Porge la zampetta da bravo addestrato
E con il messaggio, oltre l’uscio, vola!

Che giornata! -pensa- Meravigliosa!
Da quassù domino tutta la laguna
E poi credo sia giunta l’ora opportuna
Di mettere al giusto posto ogni cosa!

Verdi canali, tra le case e i ponti
Nere gondole, distese come bisce
Tutto l’acqua sommerge, tranne i monti
Tutto distrugge, ma se vuole, unisce

In picchiata, come i falchi, l’aria fende
Come solo gli uccelli ambiziosi
Ti svolazzano intorno maliziosi
Dimentichi che ciò che sale, poi, scende

Di umanità sono pieni i vicoli
Le auto non ci sono in questi tempi
D’ogni nazione gli idiomi nei moli
D’ogni genere scempi e mali esempi

Zoccoli dei ricchi battono la strada
Zoccole dei poveri fanno lo stesso
Ma miseria e lusso, comunque vada
Conforto trovano tra cibo e sesso

‘Peste vi colga!’ forte il Doge urla
ai vogliosi con il dito additando
Facendo di maledizione burla
E con l’altra mano Donna Carla toccando

Da quell’orgia, Ermes, fugge per un varco
Schiva un topo, sfiora una ragazza
E con elegante virata sotto un arco
Apre le ali, plana, ed è già in piazza

Occhi socchiusi per la forte luce
Poco manca a compiere la missione
Sull’orizzonte che dritto lo conduce
Al Serenissimo alato leone

La piccola missiva è destinata
Ad un giovane, impaziente moretto
Che attende il ‘Sì’ della sua amata
Con l’organo che gli esplode… in petto

A poche decine di battiti d’ali
Distratto e con l’aria un poco stanca
Tra la mischia dei grigi commensali
Scorge una procace colomba bianca

Che male c’è -dice- se faccio pausa
Dopo tempo posandosi al suolo
S’inchina, s’avvicina, un po’ l’annusa
Tubando, con del maschio il giusto ruolo

Tronfio la guarda, trovandola sublime
Candida lo ammira e gli fa spazio
E mentre dividono un po’ di becchime
Una donna urla “Non farlo, Orazio!”

Un bimbetto, gambette storte e corte
Dei perenni ‘No!’ della madre stanco
Cerca sfogo tra i pennuti a sorte
Colpendo con un calcio Ermes al fianco

In acqua cade il nostro messaggero
Salvando le penne un poco a stento
Si scioglie l’inchiostro dell’amor sincero
Va tutto all’aria, in un sol momento

Signore!
Volevate un finale coniugale?
Pensate invece alla morale:
Non affidate mai l’amore ad un uccello
Per le briciole di un’altra
Sfascerebbe tutto
Sul più bello!

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