La giornata è stata caldissima. Dopo una mattinata in aeroporto in attesa degli isolani e un vaievieni tra autonoleggi e treni, ci siamo tutti: dieci. Numero divino. Dopo le procedure di registrazione, ha inizio il Rito. Atteso e temuto, colonna portante della nostra amicizia.
Non c’è niente di più rassicurante di un rito, perché tutto si svolge secondo un programma. Nessun imprevisto. Solo il ripetersi di abitudini, codici da rispettare e il lusso in disuso del sapercosafare. Prima di accedere alle camere si dà il tempo ad ognuno di avvisare famiglie, fidanzati, dogsitter, amanti e baristi di fiducia che il viaggio è andato bene, che il posto è bellissimo e silenzioso, che sono tutti cortesi, che ‘C’è anche la piscina!’ e che nessuno si dovrà preoccupare per le prossime ore. La prima regola prevede, infatti, i telefoni spenti. Il rito è impietoso e non ammette distrazioni. Siamo in vasca, la temperatura è buona e si vede il tramonto. C’è chi si gira con malcelato nervosismo una sigaretta, sporcando di tabacco l’acqua. C’è chi beve il primo di tanti GinTonic e chi tamburella le dita, infastidendo gli altri. La tensione attanaglia tutti. Tranne S. Ma S. potrebbe continuare a sfogliare una rivista sulle piante endemiche della Grecia durante un’invasione aliena; quindi non fa testo.
La prima prova è La Pesa.
T., il Master, esce fuori dall’acqua e poggia sul pavimento una vecchia bilancia, di quelle con la moquette. L’abbronzatura da ufficio, le ginocchia leggermente a ics e la testa gocciolante potrebbero rendere la sua figura quasi banale e ridicola, ma tutti i presenti riconoscono la sua autorità. Se fossero dei lupi, sarebbe sicuramente il capobranco. Ammesso che un lupo possa avere le ginocchia lasse. Si procede in ordine alfabetico. Il primo è A.
– Certo che per una volta potremmo partire dalla Z – mugugna.
U. deglutisce al solo pensiero.
– La Pesa non fa discriminazioni. Sulla bilancia, forza. – incalza T.
L’ago segna 38,8 chilogrammi.
Brusìo da bordo piscina. Si distingue un chiaro ‘Vergògnati!’
A. torna mogio in acqua, dal suo drink. Silenzio. È il turno di C.
– Trentaquattrochilogrammiesette – scandisce T.
– Ho fatto del mio meglio.
– Ma noto che non c’è limite al peggio.
Poi tocca a D. con un 41 kg. I. con 29. E in ordine L., M. e N. Invece U. pesa addirittura due volte, la prima 36,50, la seconda 18,20.
Infine tocca ad S.
– Settevirgolacinquechilogrammi.
Dall’acqua un chiacchiericcio di sorpresa.
Il Master T. fa due conti.
– Trecentotrentaquattroequaranta chilogrammi. Uno schifo. Più di tre tonnellate.
Diamo inizio alla seconda prova: la Verifica.
Dal solo bagaglio di L. saltano fuori quattro paia di scarpe, un intero set di asciugamani, sette camicie non sudate, due flaconi di profumo, tre deodoranti, otto pantaloni, un pc, due agende. E un calendario della Marcuzzi, del 1998.
– …è stata una buona annata – si giustifica.
– Proseguiamo. – sbuffa T. mentre con interesse ruota di 180 gradi la pagina del mese di giugno.
C. ha barattoli di crema per il corpo, trucchi, asciugacapelli, ceretta, una decina di abiti, piastra per capelli, due beautycase con tutto il necessario per aprire un salone di bellezza, tre tipi di spazzole, due paia di scarpe col tacco e due paia di infradito.
– Capisco i tacchi, ma perché due paia di infradito?
– Un paio sono per la spiaggia. L’altro per la piscina.
– Sei peggiorata.
– È l’età.
Dagli altri, tra le tante cose, sbucano kit di sopravvivenza, parrucche, gonnellini hawaiani, caricatori fotovoltaici, libri per diventare felici, libri per diventare ricchi, libri per diventare chi si è già, acido ialuronico in spray che rende il gruppo euforico – Un tempo reagivamo così per gli alcolici – si sente tra i commenti; poi macchine fotografiche con obiettivi della Nasa, un ferro da stiro, pacchetti di preserv…
– Unferrodastiro – sussulta T. – UNFERRODASTIRO! Basta così. S! ESSE! Avvicinati, per favore. Apri il tuo zaino.
Sei mutande. Sei paia di calzini, spaiati. Sei magliette appallottolate. Un pantalone. Lenti a contatto. Spazzolino. Un telo da mare. Un costume da bagno. La Settimana Enigmistica di febbraio. Un set da sei di pennarelli a doppia punta di Tiger. E un libro sui corvi.
T. osserva il libro ‘Corvus Corax’, tra sgomento e stupore.
– Sul libro, in effetti, ho titubato.
– Macomediavolofai?
– In realtà è una lettura interessante. I corvi sono animali molto affascinanti.
– Intendo come fai a viaggiare con così poco.
– Beh… – con timidezza – tutto quello di cui ho bisogno non potrebbe mai starci dentro lo zaino.
– Ovvero?
– Voi.
Brava. Come sempre. 😉
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