[Spore di Tetano] Le stelle raccontano. Ma noi dormiamo già.

Oroscopo a tema profumato • pour homme et pour femme22 – 29 aprile 2020Ariete. 🐏Ginocchia e gomiti sbucciati non ti hanno mai dato troppi pensieri e creatività ed ego, alle volte oltre il limite, ti infondono la forza per rialzarti sempre. Hai la tendenza a cadere spesso negli stessi errori, ma non per forza devi fartene una colpa, specie se cadi perché, anziché guardare dove metti i piedi, cammini ammirando il panorama, quel tuo orizzonte pieno non solo di speranze, ma di certezze, di campi da esplorare e di petali da annusare nelle pause tra una salita e un panino mangiato al sole. Tra i fiori legati al tuo codice celeste c’è la margherita, ma è un altro principe del colore a meritare la tua attenzione. Uno dei fiori più ambiti della storia e a te molto vicino: il tulipa, più noto come tulipano. In passato il Sultano sceglieva dal suo harem la compagna della notte porgendole un tulipano rosso. Ora non fare scemenze e non ordinare decine di tulipani, ci sono sistemi meno dispendiosi, caro mio DonArieteGiovanni. La certezza della tua simbiosi con questa pianta si trova però nella sua radice: dal persiano dulband, passando per il turco tüllband o qualcosa di simile, si arriva alla parola turbante. Nessuno più di te sa avvolgere le menti, scaldarne i desideri e distinguersi in eleganza di portamento e di pensiero.Gioca bene le tue carte, perché il tuo fascino è esotico (ed è in crescita) e la tua figura è – capisci a me – con•turbante.Toro. 🤘Con il tuo essere concreto e la semplice solarità non si può certo dire che sei il tipo che si perde dietro ai rimpianti. Ami ciò che dura a lungo nel tempo e non piangi mai sul latte versato. È proprio di latte e di giorni lontani che ti voglio raccontare, del tempo in cui Zeus ebbe, da Alcmena, suo figlio Eracle. Testimonianza vivente di una delle tante fughe amorose, fu sempre odiato dalla compagna del padre degli Dei, la dea Era. Zeus, che stupido non era, sapeva che Era era adirata, ma per far sì che il suo amato figlio divenisse una leggenda della sua era avrebbe dovuto farlo allattare da lei, Era. Era la Grande, Era la Fedele, Era la Vendicativa, Era davvero incazzata nera; così Zeus cercò di ottenere ciò che voleva con l’inganno e porse il neonato al seno di Era mentre era addormentata. Il latte era prodigioso e lo avrebbe reso un dio, visto che nato dall’unione con una mortale, immortale non era. Ora, vuoi che Era tanto stupida non era e si svegliò, vuoi per troppa avidità del bambino, accadde che del latte divino cadde dal seno della dea. Alcune gocce finirono nel buio universo, altre sulla terra. Fu così che ebbero origine, in cielo la Via Lattea e nel mondo i gigli. Il giglio bianco è il tuo fiore, simbolo di onestà, purezza, nobiltà d’animo e verginitàhahahahahahah… Scusa.Bene, amico toro, vanno bene le leggende, i sentimenti durevoli, le certezze, anche se sono certe solo a te, ma è ora di smettere di guardare indietro, a meno che tu non lo faccia per puro diletto storico. Prendi la rincorsa e butta le tue pesanti corna in avanti. No, aspetta, le corna buttale indietro, meglio dimenticare. In avanti butta il tuo grosso cuore, il coraggio non ti manca. Lì fuori c’è una splendida mucca che aspetta te. O un possente toro, nessun problema, gli astri non discriminano nessuno.Muuuuoviti.Gemelli. 🍒
Tra i monti che circondano Massaua, in Eritrea, spicca una vetta chiamata in principio dai nativi la Montagna Turchina, per via delle sue rocce, così lucenti da riflettere il cielo. Questa montagna era la più arida del territorio, percorsa dalle profonde cicatrici della siccità e completamente disabitata. Neppure gli uccelli riuscivano a trovare un solo ramo sul quale concedersi riposo. La montagna era afflitta, guardava le valli e gli altri monti e ne desiderava la fertilità. Un giorno arrivò un tremendo fortunale che, come ogni forza della natura, con sé non portava solo distruzione e disagio, ma cambiamento e vita. I suoi venti, infatti, venivano da molto lontano ed erano carichi di semi, che precipitarono su quella desolazione. Quando la bufera passò, la montagna era ricoperta di piante grasse e il sole, felice di farle fiorire disse “Ora puoi essere felice, guarda che meraviglioso giardino possiedi”, ma la montagna rispose “È bello, sì. Ma a che serve un giardino di fiori che nessuno può cogliere visto che è circondato da spine?”. Il sole le chiese cosa ancora volesse e lei rispose “Voglio la bellezza dei fiori”. A quel punto il sole si intenerì e si fece raccontare che tipo di fiore desiderasse. “Tu chiedi molto”, rispose severo. “Nulla che tu non mi possa dare”, replicò la roccia. Così il sole creò un fiore dalle foglie di velluto, soffice come le guance di un bambino, con i petali dalle tinte di labbra di donna e dal profumo vivace: il geranio.Questa è una storia vera, mio irrequieto amico e mi fa tanto pensare a te, che non ti accontenti mai, che sai riconoscere ciò che vuoi e che sai come ottenerlo. C’è molta affinità tra te e la montagna, ma anche tra te e il geranio, un fiore umile, che tutti abbiamo coltivato con amore nei nostri giardini, in grado di stupirci con i suoi colori.Vabbè, ora non ti gonfiare troppo e vedi di darti da fare, che ci sono già le zanzare!Cancro. 🦐Avrei voluto parlarti della ninfea, ma a pensarci bene non sarebbe stata una grande idea. Infatti era, per i greci, l’emblema dell’amore non corrisposto, mentre gli egizi la usavano per decorare le tombe. Per non parlarti della sua tristissima leggenda; meglio non mettere il dito nella piaga, ti parlerò dell’iris. È un fiore che annuncia grandi novità, i romani lo utilizzavano per purificare dalle energie negative, in Cina era un talismano contro i malefici, in Giappone proteggeva la casa e la famiglia e inoltre è presente nel XIV arcano dei tarocchi come simbolo della temperanza. E se c’è scritto lì… Comunque. Il suo nome deriva dal termine greco che significa arcobaleno. Invero Iride, la dea che lo personifica, è la messaggera degli dei e porta i loro messaggi agli uomini scivolando sull’arcobaleno. Mi sembra di vederti, mentre entri nelle case di tutti quelli che, inconsciamente, attendono la tua venuta, attraverso un arcobaleno sgradevolmente scarabocchiato su un pezzo di lenzuolo e appeso in balcone.Certo, forse ti meriteresti qualcosa di più plateale, caro malinconico cancro, ma un passo alla volta, un terrazzo dopo l’altro e raggiungerai il tuo obiettivo. Ammesso che tu sappia quale sia.Ps. È vero che ambasciator non porta pena, ma non farei troppo affidamento alla cultura generale dei proverbi quando scivolerai in ogni condominio. Dubito che te le caverai con un #andràtuttobene. Corro ad appendere il mio arcobaleno, ti aspetto!Leone. 😾Clizia era una ninfa, gentile e determinata come tutta la sua stirpe. Questa beltà di femmina era cotta di Apollo, il dio del sole, e lo guardava con ammirazione durante tutto il giorno. Guarda che ti riguardo il dio finalmente la notò e parcheggiato il carro al tramonto, prese con sé la fanciulla e la fece sua. Immagina la gioia della ninfa, aveva conquistato il suo amore, lei, che era la più bruttina alle medie. Tra i due bruciava il fuoco della passione. Ma Apollo era un gran filibustiere e poco tempo dopo la lasciò, per mettersi con Leucotoe. Per Clizia fu un vero succlizio. Era insopportabile vedere quei due, sul carro biposto decappottabile, che se la spassavano tutto il giorno. Ferita nell’orgoglio e gelosa, andò a fare la spia della tresca al re Orcamo, padre di Leucotoe. Mai l’avesse fatto! Successe un casino: il re, che era uno di quei babbi un po’ all’antica, fece seppellire viva la figlia, in modo da impedirle di incontrare nuovamente il suo fidanzato. Non aveva pensato al fatto che forse, dico forse, la povera Leucotoe non avrebbe superato il ‘trauma’, ma quel che è fatto, è fatto. Clizia, soddisfatta o meno, non fece questo gran figurone con il suo amato, ma continuò a seguirlo tutto il giorno, tutti i giorni. Era sempre lì. Tipo stalker. E fu così che, forse per pietà, forse per nervosismo, Apollo decise di tramutare la ninfa in un bellissimo fiore luminoso, il girasole, cosicché potesse seguirlo con lo sguardo per sempre, ma a debita distanza.Questo il fiore che ti rappresenta, Leone. Credo che ti rappresenti anche la leggenda, con la smania di vittoria, la voglia di primeggiare, la paura della perdita, ma anche la grande dignità nella sconfitta. Senza dimenticare la tua capacità di trasformare ciò che ti accade di brutto in qualcosa di bello e utile.Venere è in te, puoi tornare alle tue conquiste, ma occhio alle denunce. I Carabinieri sono all’antica, un po’ come Orcamo.Vergine. 🤰Tu che sei preciso, coscienzioso e ami l’ordine, apprezzerai questo racconto leggero e di certo con il tuo eccellente gusto artistico saprai creare immagini all’altezza della leggenda. Inoltre gioverà alla tua digestione, sempre un po’ lenta. Cominciamo. L’uomo del Gelo era un vecchio barbuto, stanco, triste e solo, con dei lunghissimi capelli bianchi e dalle dita e dal naso sempre arrossati. Passava le sue giornate davanti ad un misero fuoco dentro una piccola capanna che a poco serviva come riparo, visto che il gelo nasceva dal vecchio e questo faceva sì che nevicasse anche dentro. Un giorno passò davanti alla sua dimora un giovane ragazzo in forze. Aveva lunghe trecce corvine ai lati del viso, occhi neri, con delle labbra da baciare ed un sapore mediorientale. Insomma, hai capito, era un bello e impossibile. L’uomo del Gelo lo invitò ad entrare e gli offrì la pipa dell’ospitalità e mentre fumavano, gli raccontò gli incantesimi che era in grado di fare. “Se soffio” disse il vecchio “le acque gelano, le foglie cadono e i monti si imbiancano”. Il giovane sorrise, e mentre sorrideva il cielo si schiarì e un pettirosso si posò sul tetto della capanna. Il vecchio, seppur stupito, elencò ancora i suoi poteri, ma mentre parlava un tiepido raggio di sole lo investì, diventando sempre più caldo, a mano a mano che il giovane allargava il suo sorriso. L’uomo del gelo senti le lacrime scorrergli in volto e più il sole scaldava, più si sentiva felice, più rimpiccioliva. Rimpcciolì finché non sparì, lasciando al suo posto una corolla di petali bianchi con un caldo cuore giallo. Il ragazzo, per l’occasione interpretato da Francesco Renga, era il dio della primavera e da allora lo sbocciare delle margherite indica la fine dell’inverno.Il messaggio delle stelle per te è questo: non essere inquieto per il futuro, rilassa le spalle e porta con te la fiducia, perché tutte le cose hanno un loro ordine e un loro tempo e ogni meta si raggiunge un passo dopo l’altro.Ora puoi continuare a cantare… Beeello! Bello e invincibile. Girano le stelle nella notteee…Bilancia. ⚖️
Nel 1771 un uomo dall’animo avventuriero, in uno dei suoi lunghi viaggi, fece due incontri che lo segnarono per la vita. Il primo fu con una pianta dalle foglie accoglienti e dalle incantevoli tonalità dei fiori. Il secondo fu con un componente di questa fruttifera spedizione: un uomo. O meglio una donna travestita da uomo. Probabilmente il travestimento fu per la donna l’unico passaporto possibile per quell’avventura. Il nostro protagonista, il ricercatore Philibert Commerson, si invaghì subito di questo bizzarro compagno di viaggio. Oddio, non proprio subito, se ne invaghì non appena si accorse che non faceva la pipì in piedi, ecco. La bella travestita era però la moglie di un altro membro della comitiva, quindi, nonostante lei ricambiasse gli sguardi focosi del suo corteggiatore, restò fedele al marito. Certo, come no.Un’altra versione racconta di come in realtà se la ridesse sotto i baffi. Il nodo della storia non sta nella fedeltà o nell’adulterio della signora, bensì nel suo nome: Hortense Barré Lepante. Fu per amor suo che monsieur Commerson battezzò la bellissima pianta dal fiore generoso che ti rappresenta con il nome di ortensia. Che fosse generosa anche madame Barré? Le stelle son discrete a riguardo.Se ti dovessi immaginare parte della spedizione, grazie alla tua straordinaria dinamicità, ti vedrei nei panni dell’ardito Philibert, nelle vesti della lussuriosa (mi piace pensarlo) Hortense, nel ruolo del buon amico che vi copre nei fugaci momenti di intimità ed infine anche nelle scarpe del povero e paziente marito, che per evitare di creare disordini diplomatici nella già ardua vita dell’esploratore, o magari perché aveva qualcosa da farsi perdonare, sta zitto e porta a casa.Fai così anche tu, stai zitto come sempre, e porta a casa questi malcelati complimenti. E ricorda, l’ortensia ha bisogno di molta acqua, molta luce e molte cure.Scorpione. 📌Il tuo intuito, il tuo (non sempre) scarso tatto, la potenza, la permalosità e la tua astuzia nella vendetta ti rendono una creatura magica. Difatti è magico il vegetale che affianca la tua strada e spesso la affianca nel vero senso della parola; più che strada si potrebbe dire cunetta e ora capirai perché. È un albero che simboleggia la dolce. speranza e la buona sorte, che non ti abbandona mai. Secondo le popolazioni celtiche è la dimora delle fate, mentre per i romani serviva per proteggere dagli spirito del male. È un arbusto spinoso, molto longevo, dai fiori bianchi che invade, in questa stagione, le campagne con il suo riconoscibile profumo. Durante la rivoluzione francese fu rinominato l’albero della libertà e ne furono piantati più di sessantamila. Avrai capito di quale straordinaria essenza è intriso il tuo percorso, ma ti do un altro indizio: “… e crine di unicorno. Dieci pollici esatti. Sufficientemente elastica. Questa era la bacchetta di Draco Malfoy.”Esatto: il biancospino, che come te nei periodi invernali sembra solo un mucchio di rami scuri e contorti, ma gli basta un po’ di sole per diventare una nube di petali delicati e pieni di potenziale.Quel che ti occorre è lanciare uno sguardo alla tua amata campagna, per carpirne la forza incantata quando, ogni tanto, credi di aver perso la tua. Ricorda inoltre di non essere geloso del tuo potere, perché sta nella condivisione il sapere.P.s. Quando le notti diventano agitate e troppo bianche, la cura è una calda tisana, al biancospino ovviamente.Sagittario. 🦓
Dianthus è il fiore degli dei: il garofano. Anche le sue radici affondano nel mito greco: un giovane pastore si innamorò perdutamente di Artemide, dea della caccia. Impossibile non perdere la testa per lei: bellissima, capelli raccolti, gonna corta, corpo atletico, stivali alti, armata di arco e frecce e sempre accompagnata da un cane e un cervo. Voglio dire, che sventola! Ma il pastore cascò male, perché la dea aveva fatto voto di castità e fu così che gli spezzò il cuore. Poi la solita storia in cui dalle lacrime del disperato spuntarono i garofani, etc. etc. Bisogna ammettere che ogni tanto peccavano di fantasia, questi antichi. Voglio dirti però due parole su questa dea. All’età di tre anni, seduta sulle ginocchia del suo babbino Zeus, gli fece un discorsetto. Innanzi tutto gli chiese di restare eternamente vergine (la gioia di ogni padre!), poi gli chiese un arco d’argento forgiato dai Ciclopi, i più rinomati designer del tempo; poi gli chiese numero venti ninfe che si prendessero cura dei suoi cani e dei suoi calzari e infine gli chiese tutti i monti che lui avrebbe potuto e voluto dedicarle, perché lei avrebbe vissuto in montagna. A questi desideri, Zeus aggiunse numero tre città che avrebbero onorato solo lei e inoltre la nominò paladina di tutte le strade e di tutti i porti. Artemide, soddisfatta, ringraziò il padre con un bacio sulla fronte, andò in cucina e mangiò due Kinder Colazione più, perché era pur sempre una bambina di tre anni.Caro sagittario, questa piccola dea dalle idee chiare mi ricorda te, sereno e attivo. Pe tacere sulla tua forma fisica smagliante. Nonostante il presente non sia tra i migliori degli ultimi passati, sei libero da ansie e inutili preoccupazioni o almeno cerchi di esserlo ed è questo che conta. La strada è quella giusta, tu continua a procedere, chissà che non conduca a splendide montagne abitate da animali sacri, come quelle della dea. Con la differenza, questo è certo, che tu poseresti l’arco.Capricorno. 🧜‍♀️
Quanto mi fai penare! Con te l’infinito cosmo non è mai abbastanza grande per trovare le risposte giuste con facilità. Altro che ecosostenibile, il tuo è un motore dei più dispendiosi e l’energia che ti si dedica sembra non bastare mai. Ma chi sa cercare qualcosa la trova sempre. Ti racconto una storia non troppo antica, che narra di una famiglia sfortunata, segnata dalla peggiore delle disgrazie: un bambino gravemente malato e in fin di vita. Come ogni cronaca strappalacrime, il bambino aveva un solo desiderio, stringere tra le mani un fiore, prima di lasciare questa vita di dolore. La mamma era disperata. Dove avrebbe mai trovato un fiore? Era pieno inverno. Così corse fuori e supplicò tutti gli alberi di donarle qualche petalo. “Chi ha ha fretta di fiorire, ha fretta di morire.” risposero le piante che sonnecchiavano sotto il grande incantesimo del gelo. Solo una fece un tentativo di aprire le sue gemme, ma venne subito minacciata di morte dall’uomo del gelo che era un tipo piuttosto rigido. La pianta però non si spaventò e si ricoprì di fiori dal profumo intenso. La mamma, incredula, ne colse uno per il figlio che – sospiro per tutti – guarì.In effetti è un miracolo che i fiori del calicanto riescano a sopravvivere al freddo dell’inverno. Per questo sono simbolo di coraggio e tenacia durante le avversità. Il calicanto è il prodigio che questo non troppo oscuro cosmo ti vuole donare, capricorno, con la certezza che il tuo senno e il tuo senso di responsabilità nelle scelte ti permetteranno di raggiungere ciò a cui ambisci.Sì, stai tranquillo, non dirò a nessuno che ti sei commosso. Ora vai. Corri e va’ per la terra, vola e va’ tra le stelle, tuuu che puoi diventare Jeeg…Acquario. 🛀
Dolcissimo acquario, le tue acque sono proibite ai più. Fortunato chi avrà accesso ai tuoi fondali inebrianti, governati da stravaganza e genio. Sono molti i fiori che sbocciano in tua presenza, primo fra tutti il narciso e la sua leggenda di bellezza irresistibile. Ho pensato però ad un altro fiore adatto alla tua magnetica personalità: il ciclamino. Selvatico e spontaneo come te, prende il nome dal greco kyklos, cerchio, anche per via della tendenza del suo gambo ad attorcigliarsi a spirale. Ben sai che il cerchio è una figura dalla forte carica magica che rappresenta l’universo e la vita. Da sempre il ciclamino è simbolo di fertilità, ma non è l’unico motivo della sua fama; infatti il suo bulbo è velenoso, tossico per gli uomini, ma non per certi animali e per questo era sacro alle divinità lunari. Veniva usato anche come antidoto contro il morso dei serpenti. Come questo fiore hai una doppia valenza, bellissimo ma tossico e simboleggiate entrambi la morte e la rinascita. E questo tu lo sai bene: apri e chiudi la diga dei tuoi sentimenti e delle tue emozioni, rendendoti caloroso o arido a tuo piacimento. Il ciclamino significa, infatti, diffidenza, ma non credo sia un termine adatto a te. Tu non sei diffidente, tu sei selettivo e chi entra nelle tue grazie avrà molto da ricevere.Ora Sire, se permettete, vi lascio. (Tre passetti indietro e inchino, tre passetti indietro e inchino…)Pesci. 🐋
Piscialletto. No, non tu. Dicevo Piscialletto, che strana coincidenza. È il tuo fiore gemello, ma nel tuo caso credo sia meglio chiamarlo con i suoi altri nomi: tarassaco, dente di leone, soffione. Il tarassaco è un bel fiore, amato dalle api e per questo lui cresce in abbondanza, dove può, nelle campagne, sul ciglio delle strade, nelle crepe dei muri. Simboleggia la forza e la speranza, come piace a te. Si dice che Teseo ne mangiò le foglie per trenta giorni, prima di affrontare il Minotauro, anche se, senza l’aiuto di Arianna, a voglia mangiare verdure… La forza, quindi, ma anche la perfetta rappresentazione del cambiamento, infatti prima il fiore è giallo e sembra un sole, poi diventa una sfera argentea simile alla luna. Inoltre è l’immagine del viaggio, del distacco, per via dei suoi leggerissimi semi, pronti a volare alla prima brezza. Il soffione attrae i sentimenti buoni, tanto che le streghe lo utilizzavano per farsi accettare dagli altri.È un fiore adatto a te, mio sonnolento pesci, che sei in grado di rialzarti anche se ti calpestano, ma potrebbe bastarti un soffio per spazzarti via.Ciò che tutti ricordiamo è che da bambini ne abbiamo soffiati centinaia e che in ogni soffio c’era un sogno ben saldo. Ciò che non tutti ricordiamo è che non si è mai troppo grandi per soffiare su un soffione, quindi, soffia!

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